…4 settembre…28 anni…tirando le somme potrei dire di essere più che appagato della mia vita…lavoro sicuro, moglie e figlio, casa, soldi (pochi ma sufficienti), libertà di gestire il mio tempo libero, la passione per l’alpinismo…..passione…..passione……cazzo ossessione!!!
Mi spiace ma anche il giorno del mio compleanno non posso stare a casa. 3 settimane di polleggio tra mare e montagna con la famiglia mi hanno creato non pochi weekend persi e giornate di allenamento bruciate.
Ma non voglio abbassare la guardia e, nonostante il mio grillo parlante mi ricordi di volare basso, sparo a Sandro un progetto in giornata dalla dubbia riuscita: Partenza da Bs ore 4.30, arrivo a Courmayeur, prima funivia per rif. Torino ore 8.30, attacco Grand Capucin ore 10 per la via “Eau et gaz à tous les étages” ED+ 7c, 6b obbl. per 400mt, ritorno di sera al Torino, panino e giu dal sentiero per 2000 mt fino a Courmayeur.
Io, il Gran Cap, lo vidi solo da lontano quando andai al Supercouloir, ma Sandro lo scalò per la famosissima “Voyage selon Gulliver”.
Rispettiamo la tabella di marcia prefissataci e alle 10 attacco la via, tra un crepaccio ed un ponte di neve qua e la per raggiungere la roccia. Come relazione abbiamo lo spartano ed impreciso schizzo della guida Alp di G.Bassanini…..a 2/3 del secondo tiro sbaglio clamorosamente (come da info prese da internet una volta a casa) tirando dritto leggermente a dx. Prendiamo sulla destra una serie di stupende fessure ad incastro di pugno e dùlfer cercando il famoso traverso a sx del 5° tiro ma, lo avevamo gia capito, eravamo troppo a destra rispetto al tettone di metà via.
Chiodi marci, vecchi e che si sfilano….cordini sfilacciati, copperhead, staffe di alluminio da artif. anni 80 abbandonate…camini svasati da salire in spaccata precaria con mani incastrate nella lontana fessura ad imbuto….dove siamo? Procediamo in completa arrampicata libera, convinti che la via sia comunque una semiclassica da scalare senza bisogno di artificializzare.
Arriviamo a fatica, congelati dal vento e dalla temperatura rigida, a quattro-cinque tiri dalla vetta ma concordiamo che, visto che dobbiamo riattrezzare tutte le soste di calata, forse è il caso di scendere.
Ore 20.30 entriamo nella porta di metallo del rif. Torino… stanchi ma contenti.
Fanculo il ritorno a piedi..ceniamo…e sbrandiamo di brutto.
Il giorno dopo, durante il viaggio di ritorno, do libero sfogo alla mia INCAZZATURA generale con Sandro che, perplesso,mi asseconda e giustifica il fallimento come esperienza di vita e di alpinista…ha ragione, cazzo!!!, ma che se la facciano gli altri l’esperienza di fallire!!!!
Arrivo a casa, festeggiato dal mio stupendo bambino e dalla mia splendida moglie, quando una mail arriva sul mio palmare. E’ Sandro che mi scrive che probabilmente, tra un intreccio di vie e l’altro, abbiamo salito la storica Via dei Russi. Storica perchè vecchia ovviamente, e non perchè famosa dalle ripetizioni!!
Morale della favola?
Ah, ‘sti giovani leoni ambiziosi…
La prossima volta non faccio più gestacci quando scatti le foto, eh?
Quanto alla via, è possibile che l’itinerario che abbiamo imboccato sia “Hiver Rousse”, come si vede con una certa chiarezza da questa immagine.
Io, comunque, ho tirato, eccome, i friend, quando l’urto del gelo e delle fessure di “Inverno Russo” si è fatto sentire.
Tutta esperienza, Guerza…
Tutta esperienza…
Hem…
Il tuo blog non prende l’html: l’itinerario è visibile a questo sito: http://old.risk.ru/eng/mount/reports/capucin/index.html. E’ la linea di sx.
Anno di apertura: 1999.
Neanche tanto vecchio…
buon compleanno! …morale?! sbagliando si impara, del senno di poi son piene le fosse o semplicemente e’ stata un’avventura delle tante che si puo’ raccontare 😉