CORNA BLACCA Via Nuova “DEFENDER” Versante W

Eccoci qua…..beh ormai son passate gia 2 settimane, ma tra l’Argentina e le altre faccende, trovo solo ora il tempo di relazionare la mia nuova via.7

Che conosca bene la Corna Blacca, ormai, è un dato di fatto……anche se stavolta mi ha riservato una bella sorpresa.

Sono con un nuovo aspirante alpinista, Federico DeGiuli, forte bello prestante e molto educato……siamo esattamente due opposti, ma che si attraggono oggi per salire una nuova via di misto bella impegnativa.1

Benchè abbia uno sviluppo relativamente breve, di soli 150mt, la linea si può dividere in tre sezioni, costituite da tre salti di roccia e ghiaccio, collegati da neve slavinata molto dura.6

La più difficile per grado e proteggibilità è la prima, M5+ e V+ su roccia……l’uscita strapiombante è salibile con un’esile incastro di picche a sx poi su ghiaccio a dx….roccia proteggibile con un friend del 4.5 a sx e clessidra, per il resto sfruttare i due chiodi. Il primo insicuro, ancora quasi alla base del tiro, il secondo dopo qualche mt dal friend ma molto buono.5

La seconda sezione, si attacca a destra del muro, e tra agganci e colate ci si alza fin alla base del camino. Per evitare attriti meglio sostare qui.

L’ultima parte, si sale il camino che poi diventa diedro,con uscita su ghiaccio sottile non molto difficile sopratutto se il ghiaccio aumenta. Portarsi fuori dal diedro, proseguire su pendio e sostare in alto a dx su albero con calata.2

La via è rimasta attrezzata con chiodi sui tiri, alle soste e con cordoni e moschettoni in due soste. Noi l’abbiamo salita con una corda da 60mt, quindi abbiamo attrezzato doppie da 30mt.

Secondo me, questa neve avrà alimentato il ghiaccio gia presente……magari non si formerà tanto ghiaccio da formare tre candele che toccan terra, ma è probabile che si scalerà meglio.4

Consigliate giornate fredde a causa della roccia che in molti punti sta insieme per il ghiaccio!!! Prestare molta attenzione al primo tiro….a parte il friend non buonissimo, il ranout fino al chiodo è lungo e duretto.3

Utili friend medio grossi, nut (anche micro in caso di uscita in artif del primo muro), 1 o 2 chiodi da roccia in caso di condizioni migliori delle nostre (noi non ne abbiamo usati).Definitiva Defender

Corna Blacca – parete Sud del Pilastro Perforat

He he he…. il buon Massi si preoccuberebbe per me….gia sento le sue parole :”Mi spiace che tu non abbia combinato nulla….”, ma è giovane di scorribande esplorative e di salite alpinistiche e la scoperta dell’alpinismo di casa non rientra ancora nei suoi interessi; come per tanti ora è il momento  della Val Daone e di Arco, io sinceramente ne ho la nausea.IMG_0541

Se ne parlava giusto qualche giorno fa con Anello quando, insieme al compagno Tenny, ha aperto una via nuova che si innesta sulla via di cresta (mia e di Sandro) Selvàdec appunto in Corna Blacca. Gli ultimi anni che ho dedicato alle nuove salite sulla montagna di casa, hanno richiamato l’attenzione di molti, sia per le ripetizioni che per altre nuove aperture.IMG_0542

Certo, bisogna un po accontentarsi, ma i dislivelli e gli ingaggi non sono meno a pareti e montagne piu prestigiose, di fama, di questa.

L’altro ieri, io e Sandro scendendo dalla Maddalena dopo una seduta in falesia, abbiamo dato un’occhiata col telescopio alla parete sud della Corna Blacca, e tra tutti i pilastri presenti, il Perforat è senza dubbio il più aggettante ed imponente.

Detto fatto, stamane partiamo in direzione Onodegno in Val Sabbia. Perdiamo due ore nel cercare di non far precipitare la mia Subaru da una scarpata a causa dello spesso ghiaccio sulla carreggiata della mulattiera chiusa al traffico. Stamane ho scoperto i limiti dei pneumatici invernali………

Risaliamo, non ho capito bene quanto, 700-800-900mt su pendio erboso a 45°……arrivo alla base del pilastro in maglietta e completamente categoricamente insuperabilbalbelmente devastato!!!!! Sarà che son 5 giorni che non fumo e sto purificando i polmoni….anche se rimango dell’idea che il pendio era in piedi di brutto!!!!IMG_0548

Programma per oggi è di dare un’occhiata alle possibili linee, ed in caso ripetere la via di E.Frignani e B.Facchi che sale per i 200mt di parete in un diedro con passaggio in un foro nella roccia che da il nome, per l’appunto, al Pilastro.IMG_0556

L’ambiente è super selvaggio, siamo circa a 1600mt, non c’è anima viva e siamo immersi in un gigantesto anfiteatro di roccia tra Corne e Pilastri per km…..

Tornando alla parete, beh, la roccia lascia un pò a desiderare…volendo si potrebbe aprire qualcosa a spit sulle rare placche compatte…..si ma non ne vale la pena purtroppo. Decidiamo di effettuare la prima della via gia esistente ma anche qui….pota……devi proprio crederci fino in fondo per salire un diedrone di IV super friabile!!!!!IMG_0564

Zaini in spalla e giu di corsa, mica tanto di corsa, verso una baita rifugio non gestita. Troviamo di che cibarci e bere birra , tutto gratis, cercando in compenso di ripulire tutto e lavare le pentole utilizzate per la buonissima pasta al pomodoro con cipolle. Certamente torneremo i primi giorni dell’anno per tentare una parete niente male avvistata in mattinata….in quell’occasione porteremo al rifugio quanto abbiamo sottratto. Magari ci fossero più bivacchi del genere in montagna!!!IMG_0563

Anche questa volta invito i colleghi alpinisti boscaioli salta fossi a fare un giro tra queste Corne….c’è roba davvero interessante!!!!

Aperta Nuova Via “Selvàdec” Cresta Ovest Integrale della Corna Blacca

Che io sia affezzionato a questa montagna lo si sa; ho ripetuto in inverno il canalone nord-ovest, ho aperto Hells Bells, ho aperto la Diretta al Pilastro di Mezzo…….e adesso l’incredibile e meravigliosa Cresta Integrale Ovest, con la nuova via “Selvàdec”, 14 pilastri c he si susseguono uno dopo l’altro, con difficoltà che variano dall’VIII+ al III. Lo sviluppo dell’intera cresta è di circa 1300mt, 850mt dei quali in effettiva scalata sali e scendi dai pilastri.

La linea l’avevo individuata quest’inverno, con la mia solita fantasia intuivo un bel risultato. Sapendo dell’esistenza di una via che percorreva la cresta non in modo diretto (Arrigo Giannantoni, Francesco Nino Coppellotti e Perrucchetti, il 24 aprile 1910 diff. II e III PD+) volevo aprirne una che affrontasse direttamente tutti i pilastri, qualunque siano state le difficoltà. Infatti, la vecchia linea, aggirava i pilastri più alti, passava tra le gole e canaloni, spostandosi più verso nord che non sulla linea di cresta.

Detto fatto quindi, domenica mattina, alle 4.30 io e Sandro partiamo alla volta di San.Colombano, risalendo PER L’ENNESIMA VOLTA la Valle dell’Inferno. Giunti in prossimità del bivio, sopra alla Baita della Corna Blacca, si devia a dx verso il Passo di Praèl (1710mt) seguendo il sentiero che traversa a mezza costa sotto alle pareti. Gia si può vedere la supposta del Primo Pilastro che si impenna per circa 60mt in prossimità della cresta ovest. A piedi si passa sotto al primo canalone evidente che sale per il lato nord/ovest, quindi si procede per pochi minuti ancora sul sentiero fino al successivo canalone che porta, in modo evidente, alla base del Primo Pilastro (dal parcheggio di S.Colombano a qui calcolare circa 1ora e 15min. circa).

Ora vi riporto la relazione dettagliata di questo CAPOLAVORO di logicità, che spero possa diventare una gran classica dei bresciani……considerate che è probabilmente la via più lunga delle Prealpi Bresciane nonchè probabilmente tra le più impegnative nel complesso.

L0 – Toboga, canalino. mugo, a dx a uno spuntone con cordone giallo (35 m. – IV); legarsi prima di salire a S1, scomoda.
L1 – Sopra lo spuntone di sosta, fessurina che poi diventa ampia e strapiombante; 2 ch prima dello strapiombo; poi fr fino al 4 BD; al termine della fessura cengetta e breve muro strapiombante a buone prese, quindi altra cengia e bella fessura-camino obliqua a sx sulla direttiva della fessura appena salita; al suo termine appena a dx per muretto [cordino in cl) fino alla sosta su mughi, da attrezzare (50 m. – VII+/A1;VIII+) Primo pilastro
L2 – A sx, lungo il filo di cresta e sul suo lato dx (sud) contornandolo e salendo, lungo la cresta, un secondo, piccolo pilastro (50 m. – III).
L3 – Scendere a una forcelletta, risalire e raggiungere per cresta il cimotto di un terzo pilastrino, quindi scendere per canale erboso a un’amena forcella prativa (40 m. II-III);
L4 – Salire il bel pilastro soprastante la forcella, aggirandone sulla dx una prima sezione friabile per canale sotto macigno incastrato [salito sulla dx]; sopra il macigno per bella placca fessurata [1 cordino in cl lasciato]; quindi appena a sx del vago spigolo del pilastro fino in vetta [IV pilastro]; di qui per accennata cresta con mughi in un canale sulla sx, lungo il quale si scende ca 7-8 m. fin sotto un’evidente fessura del pilastro appena a sx (60 m. – IV/IV+);
L5 – Salire la placca sotto la fessura e poi l’intera fessura con bella arrampicata – 1 ch lasciato; sosta non al primo, ma al secondo risalto di vetta [V pilatro], in corrispondenza di una forcella con mughi; sosta di calata con moschettone (40 m. – V+/VI-);
L6 – Calarsi nell’ampio canale erboso sotto il pilastro [o, più difficilmente, arrampicare verso mughi sulla dx [faccia a monte] e scendere arrampicando fino al canale; per roccette e canalini portarsi alla base di un’evidente, bella fessura sul pilastro prospiciente sulla sx orografica del canale erboso, in corrispondenza di un evidente spuntone su terrazzo – 1 ch di sosta lasciato (50 m. – calata e II oppure IV+];
L7 – Salire tutta la bella fessura netta [il diedro/camino sulla sx di questa è l’ultimo tiro della via “Diretta al Pilastro di Mezzo]; a un’anticima proseguire per bella placca fin sotto mughi e traversare a sx contornando il bordo superiore del pilastro fino a passare sul suo versante nord; appena possibile salire a un terrazzo tra i mughi [2 ch e cordone di sosta] [40 m. – V+] – VI pilastro, o “Pilastro di Mezzo”];
L8 – Proseguire verso nord sul dorso mugoso del pilastro fino al suo ciglio settentronale; scendere arrampicando per facile paretina mugosa fino a riprendere il filo di cresta, ora di nuovo sottile fino a una serie di pilastrini – VII Pilastro – poco sopra il colletto che separa un canale che sale da N e il profondo canale che delimita a E il “Pilastro di Mezzo”, appena salito [60 m. – III-IV];
L9 – Scendere al colletto [sosta con 2 ch di vecchia via, probabilmente sosta di calata del canalone sottostante] e salire la placca soprastante fino a un’evidente, larga fessura; al suo termine per rocce rotte e un diedrino si prosegue fino alla sommità dell’VIII pilastro [“Il Panettone”] [50 m. – V/V+];
L10 – Proseguire lungo il dorso mugoso del pilastro, verso nord; quando questo si fa più ripido, scendere arrampicando, raggiungere la vetta di un pilastrino intermedio [IX pilastro], ridiscenderlo, contornarlo a S e portarsi alla base di un altro evidente pilastro giusto sul filo di cresta – 1 ch di sosta lasciato [50 m. – IV];
L11 – Salire una placca articolata e proseguire lungo l’ampia fessura-camino appena a dx dello spigolo strapiombante del pilastro [X pilastro]; roccia buona, nonostante le apparenze; sosta su mughi alla seconda cima [40 m. – V+];
L12 – Sempre verso N, seguendo il dorso mugoso e tenendo la sx rispetto al filo di cresta; a un ampio canale ghiaioso sotto un ultimo salto, portarsi sotto un’evidente breve fessura strapiombante che prosegue in un canale – 1 lametta di sosta lasciata [50 m. – I];
L13 – Con arrampicata molto impegnativa salire da dx a sx la placca, a dx della sosta è possibile posizionare un ottimo camalot verde piccolo in un fessurino a dx ; quindi salire alla base della fessura strapiombante, superarla e proseguire nel canale soprastante fino a una sosta su mugo poco sotto la sommità del pilastro [XI pilastro] [40 m. – VII/VII+ – tiro pericoloso];
L14 – Salire alla sommità del pilastro, proseguire per mughi fino a incrociare il sentiero della normale e fare sosta ad alcuni spuntoni [50 m. – facile] in prossimità del XIII .                                                                  
– Da qui abbiamo proseguito a piedi, risalendo l’ultimo piccolo pilastro (XIV pilastro) e seguendo la cresta a tratti mugosa, a tratti prativa fino in vetta per circa 450mt. L’ultimo tratto si unisce al sentiero.                   
Noi abbiamo impiegato circa 9 ore dalla base alla vetta della cresta; in caso di maltempo è possibile più volte scendere a dx (lato sud/ovest) e immettersi sul sentiero che riporta a valle. 
Consigliamo una serie di friends Camalot fino al 4 – 4 e mezzo, una serie di nuts ed eventualmente una scelta di chiodi a “U” e lamette in caso di calata fuori via.
La via è ben segnalata dove è difficile orientarsi, ma se si presta attenzione noterete che non è difficile trovare la giusta via.
Ottimo allenamento per grandi salite, specie se di carattere orientativo…….VE LA STRA CONSIGLIO!!!!
NOTA BENE: Purtroppo, o per fortuna, la sequenza dei tiri, e dei pilastri, è tale che il primo di cordata che attacca la via si troverà a dover farsi da primo tutti i pilastri e da secondo (ma è come esser da primi) le scalate in discesa da essi……il povero Sandro si è trovato in questa situazione!!!!

Nuova Via Corna Blacca: “Diretta al Pilastro di Mezzo”

Eccomi qua…è 2 mesi che non scrivo, ed in realtà è due mesi che non faccio salite in montagna (escluso il Gran Scozzese in Daone settimana scorsa; sempre che si possa considerare salita in montagna!!!). Certamente non smesso di allenarmi, sopratutto di gamba. Mentre la falesia mi ha rubato solo 4 giornate in tutto questo tempo (e 5 volte al Roc Palace), i miei progetti si stanno indirizzando verso una direzione personalmente torbida ma certamente ambiziosa. I 5 weekend passati (compreso la giornata di ieri) confermano quanto sia difficile portare a termine questo progetto….ovviamente alpinisticamente parlando.

Mi ha anche giovato, guardando il lato positivo della cosa, staccare un po dal blog e dall’affollamento di amici e non che mi è solito incontrare quando mi alleno….purtroppo il disastro della morte di Beppe si fa sempre piu vivo ogni giorno, e mi è facile rinchiudermi a casa o scorrazzare fuori dall’abitudine quotidiana.

Comunque, non proprio tutto è cosi torbido e nero…settimana scorsa ho firmato il contratto di sponsorizzazione con Salewa, e certo questo mi ha fatto tornare un po di motivazione e stimolo per continuare ad avere la stessa grinta e, perchè no, incazzatura di qualche mese fa. Ho avuto anche il piaceree l’onore di entrare a far parte del team che sviluppa e crea la linea PRO. Come compagno di banco durante la riunione avevo niente popò di meno che Christoph Hainz e Daniele Nardi (con il quale ho salito lo Scozzese).

Insomma a parte la fregatura di ieri, investo la serata a chiamare a destra e a manca e sfogliare i miei libri….dove si va domani? Il mio amico Cinghio di Sondrio, partito ieri alle 5, in Daone non è riuscito a fare nulla per la troppa gente. Solito fottio di gente e solite cascate…Cham nevica, Svizzera nevica…e poi di cascate non ne ho proprio voglia…tanto il grado piu duro è 6+!! Questione di avambracci, non di tecnica! ………………………….IDEA!!!!!! CORNA BLACCA!!!!!!!


Ghiaccio, lungo la strada della Val Trompia, ghè nè….nef ghè nè poca….n’dom a eder….
In un attimo, io e il mio compagno più fidato Fabio, risaliamo la Valle dell’Inferno da San Colombano, ma alla Cascina Corna Blacca Alta deviamo a dx, in direzione owest, verso il Canalone W della parete N che avevo salito con Beppe e Gipo prima di scovare Hells Bells.

Cazzo neve pari a zero in parete, e quella che c’è non è trasformata se in pieno nord. Arrivo all’attacco del canalone ma proseguo costeggiando la parete verso Owest, entrando in un canalino appena accentuato tra i mughi. Dopo circa 15 min. il canalino termina sotto ad un balzo roccioso, quindi devio 5mt a dx immettendomi in un evidente canale molto stretto che si addentra a delle guglie rocciose.

Proseguiamo, affrontando un primo salto roccioso di III e dopo 20 mt di pendio a 45° ne affrontiamo un altro di circa 15mt abbastanza friabile, IV. Si punta, ora, ad un evidente camino fessura a sx di un bel pilastrone (1° Pilastro) che ha inciso un’evidente fessura friabile al centro, 25mt IV.

Da qui, si scende arrampicando per 5mt verso W, per poi risalire il diedro subito a dx, III+ friabile 15mt. Arrivati ad una forcella ci si trova sulla sinistra il Pilastro di mezzo (chiamato da noi cosi perchè si trova al centro di altri due ovviamente).

Il panorama è fantastico verso la Val Sabbia con i prati a vista, addirittura bruciati dal sole.

Si attacca il Pilastro al centro individuando dal basso,con difficoltà, una fessura che obliqua leggermente verso sx, IV+ 30mt. Finito il tiro ci si trova in vetta al Pilastro di Mezzo. Sosta a due chiodi con cordino e moschettone per la calata.

Per la discesa, fatta la prima doppia, tenere la sx faccia a valle puntando alla cresta spartiacque delle due valli, per poi riprendere il sentiero segnalato con bolli e cartelli che riporta verso San Colombano.

Certamente la via non è paragonabile ad Hells Bells, e nemmeno alle cascate del Daone (parlando delle nostre Valli se non si vuol fare tanta strada o non ci son le condizioni altrove), ma certamente è un’ottima alternativa per chi si vuol fare 1000mt di dislivello a piedi, essere isolato dal mondo, e salire vecchie vie o aprirne altre se si ha culo, in un posto chiamato: “LA MARMOLADA DEI BRESCIANI”.